Personaggi della storia orsognese
Raffaele Paolucci: la vita
Raffaele trascorse la sua prima infanzia a Roma ma era solito tornare a Orsogna ogni anno per le vacanze estive. Qui, insieme alla sua famiglia, si abbandonava a lunghe gite in campagna: si usciva la mattina prestissimo e si andava al Convento dei Francescani al limite del tratturo, subito fuori il paese, al lato della Maiella. Sin da allora rimase colpito dalla maniera in cui era tenuto il cimitero di li' situato (attuale Parco della Rimembranza). Ne rimase cosi' colpito che anni e anni dopo vi costrui' la cappella di famiglia.
La sua figura emerge in buona parte dalle testimonianze lasciate da lui: pagine autobiografiche, lettere, documenti. Duplice fu il suo ruolo, audace protagonista di imprese belliche prima ed eminente operatore nel campo della chirurgia poi, egli ha conferito un peculiare rilievo sullo sfondo del periodo storico che va dal primo conflitto mondiale al secondo dopoguerra, un periodo difficile e tormentato che Paolucci attraverso' mantenendosi fedele ai suoi ideali patriottici, ai valori morali in cui credeva fermamente.
Dell'Abruzzo egli rispecchiava le antiche virtu' di schietta modestia, di sollecitudine per il prossimo, di amore alle tradizioni, facendole convergere nell'esercizio intelligente ed operoso delle sue doti professionali e nella generosa apertura ai bisogni altrui.
Mori' improvvisamente per un collasso cardiaco l'8 settembre 1958, e le ultime parole che pronuncio' sul letto di morte furono esattamente due: Orsogna e Amore. Le sue ultime volonta' furono di essere sepolto nudo, coperto solo da un lenzuolo, (alla maniera dei primi cristiani) accanto alla moglie Margherita Pollio, nella tomba di famiglia ad Orsogna, ai piedi del gigante buono che e' la Maiella, dove la vita sembra, ed e', piu' pura e piu' serena e piu' semplicemente vissuta. Sulla tomba un preziso scrigno di gloria scolpito su pietra, che lui stesso detto': "Figli d'Abruzzo / Morti combattendo / per l'Italia / Sepolti lontano tra le alpi e il mare / La Majella Madre / vi guarda e vi benedice / in eterno".
Tutto l'Abruzzo pianse la improvvisa scomparsa del suo grande figlio: l'eroe di Pola, l'insigne scienziato, l'uomo buono e generoso, che la sua terra ha onorato con nobilta' del suo animo e l'elevatezza del suo ingegno. Paolucci era il piu' grande, il piu' insigne, il piu' abruzzese degli abruzzesi viventi, ma era anche il piu' umile; amava il suo popolo profondamente e soprattutto per l'Abruzzo era considerato il grande benefattore dell'umanita' sofferente.
In suo onore ad Orsogna fu eretta una statua proprio nella piazza principale, affinche' tutti, presenti e futuri, ricordassero questo valoroso uomo. L'innaugurazione avvenne il 25 maggio 1967.
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